Piazza Mercanti, 17
Si tratta di un piccolo edificio situato in Piazza Mercanti, conosciuto anche come Palazzo della Congregazione dei Mercanti, che, una volta, ospitava l’ufficio degli statuti, il cui compito era la registrazione e la trascrizione dei decreti ducali. I Panigarola, da cui la casa prende il nome, erano una famiglia di notai di Gallarate ed avevano, appunto, l’incarico di svolgere queste mansioni e lo fecero fino all’estinzione della famiglia nel 1741. Alcune vecchie guide narrano che sul muro fosse dipinto lo stemma della famiglia Panigarola, «che rappresenta per lungo due Campi di bianco e rosso, con un ramo di rose, rosse nel fondo bianco, e bianche nel fondo rosso».
La storia di questo fabbricato ha inizio intorno all’anno 1433, e coincide con ala sistemazione di alcuni edifici precedenti. La facciata fu progettata e realizzata, attorno al 1466, da Giovanni Solari.
Fino al 1788, la costruzione era direttamente addossata all’abside della chiesa di San Michele al Gallo, ora non più esistente. Durante questo periodo, molto probabilmente, il preesistente portico venne soprelevato. Questo sorgeva sul terreno di un antico cimitero, forse antica rimanenza del monastero del Lentasio.(sito ancora ricordato nel Settecento da una palizzata lignea).
La Casa come la vediamo oggi è il risultato di diversi restauri e rimaneggiamenti che si sono succeduti a partire dall’inizio dell’Ottocento, e ingloba con molta probabilità anche le mura della scomparsa chiesa. .
Nel loggiato è ancora visibile una lapide in terracotta del 1448, firmata da Tommaso da Caponago, un giureconsulto del XV secolo, che ammonisce sui rischi conseguenti al ricorrere alle cause legali.
“Le discordie corporali sorgono nelle controversie
delle cause,avviene la perdita delle spese,
il lavoro della mente è esercitato,
il corpo, ogni giorno è affaticato
molti ed inonesti crimini da qui derivano,
le opere buone ed utili sono ritardate
e coloro che spesso credono d’ottenere
più frequentemente soccombono
e se ottengono, conteggiate le fatiche e le spese,
nulla acquistano
Tommaso da Caponago scrisse, 1448″
Nel 1809, la struttura venne rialzata da Gilardoni, assieme al Palazzo dei Giureconsulti e alle Scuole Palatine, e negli anni successivi parte delle arcate a piano terra furono integralmente o parzialmente tamponate e adibite a botteghe. Luca Beltrami, nel 1899, aggiunse alla facciata una monofora con cornice in cotto, in stile quattrocentesco. Mentre, nel 1917, i commercianti proprietari delle botteghe a piano terra, presentarono alcuni progetti che prevedevano la chiusura del portico per salvaguardare il decoro e l’igiene del luogo.
Gli ultimi interventi all’edificio risalgono al 1967 e sono opera di Giovanni Cassi Ramelli che intervenne sul palazzo novecentesco progettato da Luca Beltrami su via degli Orefici: costruì ex novo un nuovo corpo su via dei Mercanti, e ristrutturò anche l’edificio quattrocentesco che univa i due edifici.
Fonti:
- Elisabetta Susani (a cura di), Cassi Ramelli, l’eclettismo della ragione, Jaca Book, Milano, 2005
- Luciano Patetta, L’architettura del Quattrocento a Milano, Clup, Milano, 1989
- Gaetano Moretti, Relazione Sesta e Settima dell’Ufficio regionale per la conservazione deimonumenti in Lombardia, Tipografia P. Faverio di P. Confalonieri, Milano 1897
- Carlo Romussi, Milano ne’ i suoi monumenti, Volume II, Società Editrice Sonzogno, Milano, 1912
- Alberto Grimoldi, Il Palazzo della Ragione, Arcadia Edizioni, Milano, 1983
- Iniziale trattamento di pulitura a secco tramite aspirazione delle polveri
- successivo preconsolidamento dell’intonaco seguito da lavaggio manuale con uso di detergenti chimici a Ph neutro
- consolidamento in profondità e risarcitura degli intonaci
- consolidamento corticale e finitura protettiva
- trattamento conservativo delle superfici in cotto